Cucina Selvatica: frittelle di fiori d’acacia

Cucina Selvatica con le frittelle di fiori d’acacia (Robinia pseudoacacia Carolus Linnaueus) o fiori fritti, un dono della Natura, nettare selvatco che può rallegrare e diversificare il fine pranzo o una merenda. Dalla raccolta alla bocca passo per passo e qualche suggerimento di Giovanni.

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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d’acacia
o semplicemente fiori fritti
Robinia pseudoacacia, pianta commestibile

GiovanniSalici per l’Ambiente a richiesta può organizzarvi anche l’alloggiamento nei pressi dei luoghi che vorrete visitare

In questo secondo appuntamento con la Cucina Selvatica di Gio ci occupiamo di un albero anziché un’erba come nel precedente. Lo facciamo proprio ora in quanto di stagione e non abbiamo in questo caso troppo tempo per agire dalla raccolta alla Cucina Selvatica.

Trattiamo oggi la Robinia pseudoacacia (Carolus Linnaueus), ovvero l’albero dell’acacia (o Robinia) ed in particolare dei sui fiori, infiorescenze.

Albero molto diffuso fu introdotto in Europa nel 1600 dal giardiniere del Re Enrico IV Juan Rubin, da qui il nome. Proveniente dal nord America l’albero considerato quindi alloctono, si è ormai normalizzato e lo si può considerare autoctono a tutti gli effetti; anche e proprio per la sua diffusione ovunque. Tant’è, che viene in un certo “ambiente” di “naturalisti radicali” considerato invasivo.

È vero che la pseudoacacia e la sua diffusione ha tolto spazio nel bosco ad altri alberi più “nostrani” ma a mio modesto parere e filosofia (lascia fare alla Natura che si sa regolare anche dopo l’intervento umanoide) ormai non resta che accettarla ed anzi, come già si fa, utilizzarla e ringraziarla per i sui fiori melliferi che attraverso le api ci regalano il miele d’acacia.

Proprio su queste infiorescenze ci vogliamo concentrare tra i primi di maggio e non più tardi della fine, a seconda delle annate e clima.
La raccolta avviene quando il fiore è appena sbucciato (comunque aperto). Se il fiore da bianco comincia ad avere caratteristiche marrone chiaro significa che sta “passando” e di conseguenza bisognerà attendere il prossimo anno.

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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d'acacia, fioritura della Robinia pseudoacacia nella Riserva Naturale Pian di Spagna Lago Mezzola,, 06 maggio 2016
photo © Giovanni Salici All right reserved – Tutti i diritti sono dell’autore
Cucina Selvatica: fioritura della Robinia pseudoacacia nella Riserva Naturale Pian di Spagna Lago Mezzola,, 06 maggio 2016
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Delicatezza nel trattamento dei fiori

Raccogliere dall’albero le infiorescenze con delicatezza non prima di di aver chiesto alla pianta il permesso (regola fondamentale sempre nella nostra Cucina Selvatica di Gio). Raccogliere con parsimonia e senza saccheggio, qua e là tra i rami o addirittura tra le piante. Questo per diversi motivi: il risultato finale sarà tra dolce e molto dolce (quindi saremo assuefatti), in Natura bisogna prendere ma anche lasciare, lasciamo quindi alla pianta ed alle api con generosità!
Raccogliere con delicatezza spezzando alla base dell’infiorescenza con l’unghia e riponiamo nel sacchetto di cotone che porteremo con noi. Una volta giunti a casa, sempre con cura e gentilezza laviamo il raccolto senza troppo sbattere ed agitare per non staccare i singoli fiori dal “grappolo”. Idem durante l’asciugatura che suggerisco venga svolta adagiando il raccolto in uno scolapasta per un po’ e dopo adagiarlo su un canovaccio asciuga piatti o salvietta e tamponarlo. Escluderei la centrifuga del insalata proprio per evitare il distaccarsi dei fiori.
Notare: se invece di fiori fritti vogliamo fare proprio delle frittelle piatte più classiche, spesso in Lombarida chiamate “paradell”, allora, i singoli forellini andranno staccati dai loro rametti e immessi nella pastella succssivamente ne piùne meno che com quando si cucinano paradelli con mele, pre, uvetta ecc..

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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d'acacia, infiorescenze raccolte e lavate
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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d’acacia, infiorescenze raccolte e lavate
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Pronti per la pastella di frittelle

A questo punto dobbiamo preparare la pastella per poi procedere con le frittelle di fiori d’acacia. Per questa fase ognuno può procedere come preferisce. In rete e sui libri vi sono varie ricette per questo preparato, con ingredienti, temperature, lavorazioni e soprattutto quantità dei contenuti spesso molto diverse. Io ho preso la ricetta di mia madre (senza quantità indicate ma a vista) e ho fatto delle personali variazioni occasionali. Quindi farina bianca, un uovo, acqua minerale leggermente gasata (ma non credo faccia molta differenza) ed ho quindi prima rotto l’uovo intero in una biella, aggiunto farina con progressione amalgamando con una frusta da cucina e all’occorrenza aggiunto acqua e così via…il risultato deve essere una pastella fluida. Non rigida, altrimenti nella fase successiva mangeremo più pastella che fiori. La variante occasionale l’ho ottenuta inserendo sempre a piacere: pepe nero, noce moscata e, alcune foglie di alloro colte al momento e spezzettate a mano nell’intruglio. Devo dire che quando in seguito mangerete il fiore che si è imbattuto nell’alloro, beh, la sentirete e, a mio avviso, vi leccherete i baffi.

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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d'acacia, la preparazione della pastella
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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d’acacia, la preparazione della pastella
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Giunti fin qui l’ultimo passo prima di godere delle nostre fatiche sarà friggere. Che voi abbiate o no una friggitrice (non affronto la friggitrice elettrica automatica perché non la conosco) poco importa, anche una pentola va bene, l’importante sarà che l’olio sia a sufficienza per ricoprire il fiore in immersione.
L’ olio…io prediligo sempre l’olio extravergine d’oliva!
Ha un punto di fumo più alto, è il migliore con notevoli proprietà (anche se alcune se ne vanno cuocendo) quindi non ho dubbi. In alternativa un buon arachidi o di noci (quest’ultimo non so se in Italia sia reperibile con facilità, in Francia si). L’olio comunque sia la vostra scelta non riciclatelo! Una volta usato va buttato. Pochi alimenti sono dannosi come l’olio riscaldato e bruciato più volte.

Prendete la vostra infiorescenza, la inserite nella pastella fluida creata, la scolate un attimo e poi…la immergerete nell’olio già caldo. Di solito un minuto basta. In ogni caso potete provare (a vostro gusto) se basta “scottare” i fiori che resteranno un poco umidi oppure se in modo più classico, friggere sin quando si indorano e croccano. Estraeteli dal recipiente usato per friggere e li posizionate in un contenitore con carta cucina che possa assorbire l’eccesso di olio rimasto.

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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d'acacia
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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d’acacia appena cotte
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Mangiateli caldi!
Potrebbero essere, se avanzano, riscaldati col microonde in modo da scaldarli dall’interno asciugando ulteriormente residui di olio che certamente freddi, non sarebbero il massimo.

Sconsiglio di zuccherare la frittella o fiore che sia in quanto l’infiorescenza sarà già dolce, soprattutto se colto già abbondantemente sbocciato. Lo sconsiglio anche per gustare meglio il sapore proprio (ma vedete voi).

Cucina Selvatica: fiori d’acacia e le proprieta della Robinia psudoacacia

La Robinia pseudoacacia ha molte proprietà. Da riequilibrare l’apparato gastrico a coadiuvare il buon funzionamento del fegato.
Contiene vitamina A, B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina) inoltre minerali come calcio, fosforo, ferro, magnesio, sodio, potassio, zinco, oli essenziali.
Contiene anche fibre, carboidrati, proteine e glucosidi. Proprietà emollienti, protegge le mucose dall’eccessiva acidità come pirosi gastrica o esofagite mentre in erboristeria viene utilizzata la tintura madre, per trattare raucedine e faringiti. La Robinia e ricca di tannini.

Cucina Selvatica: fiori d’acacia mangiati al volo
dall’albero di Robinia alla bocca

I fiori o meglio le infiorescenze di questo albero commestibile si possono anche mangiare crude, cogliendo dalla pianta e messo in bocca come un frutto. Ovviamente se colto in luoghi naturali, non inquinati, magari dopo la pioggia…

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Cucina Selvatica: frittelle di fiori d'acacia, fioritura della Robinia pseudoacacia nella Riserva Naturale Pian di Spagna Lago Mezzola,, 06 maggio 2016
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Cucina Selvatica: fioritura della Robinia pseudoacacia nella Riserva Naturale Pian di Spagna Lago Mezzola,, 06 maggio 2016
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Attenzione
Benchè quanto riportato sia corretto, a causa della impossibilità di controllare il vostro raccolto, ovviamene non ci assumiamo responsabilità riguardo la vostra salute e vostre errate valutazioni..
Non vi sono controindicazioni; se preferite, potete provare come per ogni vegetale edibile, ad assumerne un poco ed attendere sino a 72 ore se vi possa dare problemi allergici o meno.
Essendo un albero molto diffuso, persino lungo le strade, in quanto usato per consolidare i terreni, non siate pigri e non cogliete questi fiori se sono a vicino contatto con industrie, gas di scarico, possibili inquinanti. Fate uno sforzo e raccogliete lontano da luoghi frequentati. Andate in un parco, in un bosco ecc…

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Video relativo alla raccolta e consumo crudo al momento di fiori di acacia, Robinia psudoacacia, Parco della Bosca a Morbegno, 06 maggio 2022″

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Cucina Selvatica: fiori d’acacia mangiati al volo
Riconoscimento dell’albero di Robinia

Pianta di fusto medio, tronco marrone tra chiaro o poco scuro rugoso coi rami più giovani e sottili spinosi con spine larghe alla base, marrone scuro. Foglie a “rametti” imparipennate, alterne, lunghe fino a 30-35 cm con 11-21 foglioline ovate a margine intero, di colore verde pallido, glabre, lunghe fino a 6 cm con apice esile. Aperte di giorno mentre la notte tendono caratteristicamente ad una simpatica chiusura. Infiorescenze definite a grappolo e bianche, ricordano vagamente per associazione il glicine. La fioritura pressoché uniforme a maggio rilascia un aroma dolciastro nell’aria chiaramente identificabile ove vi siano diverse piante.

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